La clamorosa uscita di Scott McTominay dal Napoli ha sorpreso molti, non solo per il tempismo ma soprattutto per le motivazioni dichiarate dal centrocampista scozzese. La frase “Non possiamo lavorare insieme”, riferita a Romelu Lukaku, ha acceso immediatamente i riflettori su una frattura interna nello spogliatoio che, fino a oggi, era rimasta nascosta.
McTominay, noto per la sua professionalità e il suo spirito di squadra, non è il tipo di giocatore che genera polemiche gratuite. Proprio per questo, le sue parole assumono un peso significativo. Il fatto che abbia sentito la necessità di rompere con un progetto tecnico ambizioso come quello del Napoli, guidato da un allenatore di spessore come Antonio Conte, evidenzia quanto fosse irrecuperabile il rapporto con Lukaku. Non è chiaro se alla base della rottura ci siano divergenze personali, incompatibilità tattiche o episodi specifici, ma è evidente che il clima nello spogliatoio era diventato insostenibile.
A rendere ancora più incandescente la situazione sono state le parole di Antonio Conte, che secondo alcune fonti avrebbe avuto un confronto diretto con McTominay. I tifosi, già scioccati dalla notizia, sono rimasti increduli di fronte a quanto trapelato, chiedendosi come sia stato possibile che una situazione così delicata sia degenerata al punto da causare l’uscita di un titolare.
Questo episodio solleva interrogativi più ampi sulla gestione dei rapporti interni in una squadra di alto livello. Può il talento individuale bastare quando mancano armonia e rispetto reciproco? Il caso McTominay-Lukaku potrebbe essere solo la punta dell’iceberg in un ambiente che richiede equilibrio oltre che qualità.
